
piacere sono cristina
Spettinata appena scesa da un aereo preso all’alba, con tacchi a spillo e truccata per una cena di gala o in tuta a guardare una partita.
​
Piacere, sono Cristina.

Amo viaggiare da sempre, da che ne ho memoria.
Posso affermare che sicuramente i momenti più’ belli della mia vita sono legati a un viaggio.
Non solo partire fisicamente ma anche leggere di viaggi o immedesimarmi in una piéce teatrale. Viaggiare con la fantasia, nei colori, nella musica o in un’opera d’arte.​
Partire, andare, lasciarsi alle spalle la routine, salutare andando via e abbracciare al ritorno. Amare.
​
Il decollo: emozionante e spaventoso. Un mezzo di diverse tonnellate a 500 km/h diretto verso un luogo sconosciuto. La fiducia verso chi è vicino a te, la voglia di esplorare sapendo che probabilmente imparerai più da te stesso nel giro di poche ore che in mesi di routine lavorativa.
​
Naturalmente posizione ala: prova dei flap, check dei sistemi, accelerazione. L’aereo arriva alla velocità di decollo, lo senti anche tu che sei seduto vicino al finestrino. E’ arrivato il momento di alzare la cloche.
Via, partiamo!
​
Prime normali turbolenze, virata. Una voce registrata ti ricorda di tenere le cinture allacciate e tu ti assicuri con la mano, ma con nonchalance, di averle allacciate. La fiducia verso l’hostess passata prima vacilla per un secondo. Tutto ok, sono legata. Legata a qualcosa di sicuro ma in aria. Come una bambina ti giri a guardare fuori dal finestrino e picchi sempre la fronte perchè il doppio vetro ti inganna sempre: il mondo si presenta sempre spento al mattino presto che sei grato di poterlo ammirare mentre si sveglia.​
​
Cerchi sempre di vedere casa tua, chissà se stavolta la trovi… ma in realtà non riconosci nemmeno la tua città dall’alto. Senti il vicino che si sporge dalla tua parte perchè, anche se non ve lo dite, state facendo lo stesso ragionamento. Due estranei vicini immersi così prepotentemente nella stessa emozione: la potenza dei motori che vi allontanano dalla terra vi esalta anche se ammetterlo sarebbe giudicato infantile.
Scappa sempre un sorriso d’intesa.​
​
In quota: cinture allacciate (che non si sa mai!) e, come direbbero i telecronisti della motogp, casco allacciato sempre (se solo si potesse!). La sensazione di felicità, paura ed emozione negli occhi dei passeggeri incrociano lo sguardo delle hostess che passano con il carrello per la colazione. Pensi: se loro sono in piedi è tutto a posto anche se qualche turbolenza si fa ancora sentire.
Il panorama è fatto solo da montagne di nuvole a batuffolo, riposi gli occhi e pensi che stai andando via. Sei in volo finalmente!
​
Atterraggio. Ci siamo, la parte più pericolosa del volo. Ci stiamo abbassando, la stessa voce registrata di qualche ora prima ti riporta la mano alla cintura: sempre rimasta legata. Altra virata, discesa, senso di vuoto ma tu vuoto non sei, anzi! Già non vedi l’ora di toccare terra e iniziare ad esplorare questo nuovo mondo.
​​​​
Una nuova cultura con qualche ora di volo ti spalanca le porte e i tuoi sensi sono pronti ad accogliere qualsiasi cosa. Anche se ci sei già stato, anche se quel posto lo conosci sai che anche questa volta non ti tradirà e ti porterà emozioni nuove passeggiando tra le vie, negli sguardi delle persone, nei profumi, nei suoni e nei colori.
​
​
Eccoci quindi, andiamo insieme ad esplorare!
Tu sei pronto?